Piazza Navona

Piazza Navona

Fermatevi , alzate gli occhi ed aguzzate la vista vedrete una testina di marmo sulla parete di un palazzo .

Quella testina è legata ad una storia risalente ai tempi di Papa Sisto V .

Sisto V “ er Papa tosto “ definito così da Gioacchino Belli , in soli 5 anni ha lasciato un segno profondo nella storia della Chiesa e della città di Roma .

La storia racconta che il Papa in questione  amasse mischiarsi alla folla , travestito da popolano, per misurare il proprio livello di gradimento tra i romani.

Il Papa si toglieva gli abiti pontifici, vestiva altri abiti meno eleganti e mischiandosi tra la gente comune ascoltava, cercando di non essere riconosciuto, cosa  le persone  pensassero realmente di lui.

Un giorno, intrattenendosi in un’ osteria in piazza Navona, ascoltò e sentì i discorsi di un oste, il quale rivolse giudizi molto critici verso il potere papale ,  si lamentò infatti , insultando ripetutamente il Papa, riguardo  una nuova tassa sul vino.

Il giorno dopo l’oste in questione trovò montato un patibolo davanti alla sua bettola e questo lo rese contento, perché pregustava un buon incasso per la gente che si sarebbe assiepata lì vicino ma.. le prime due persone che varcarono la soglia furono il boia e il suo assistente…; in realtà il patibolo era destinato alla sua testa, che venne tagliata.

Il poveretto  infatti fu fatto arrestare e subito dopo giustiziato. I suoi amici, per ricordare quel fatto e la memoria dell’uomo, decisero di far sistemare un ritratto dell’amico inserendolo nel muro.

Ma quale fu la tassa sul vino tanto contestata dagli osti romani? Nel caso del vino si giustificava la tassa con la necessità di diminuire il suo consumo, perchè ritenuto pericoloso soprattutto per l’ordine pubblico...Però lo stato ci lucrava sopra incassando una bella cifra dal suo commercio.

Un primo passo fu quello di concedere all’ebreo Meier Maggino di Gabriello (15 luglio 1588),  la privativa di fabbricare dei contenitori di vetro, in modo che l’avventore potesse controllare l’esatta misura servita dall’oste.

Con la pubblicazione di un bando si obbligavano gli osti ad usare le nuove misure fatte in vetro trasparente, con impresso un sigillo della Camera apostolica (cioè il Ministero delle finanze dello Stato pontificio), in sostituzione dei vecchi boccali di ferro o coccio che avevano una bocca larga che facilitava le frodi ed in primis  l’aggiunta dell’acqua al vino.

 Gli osti così avrebbero dovuto pagare un quattrino per ogni fojetta di vino venduta.

 

La fojetta era la misura piombata da ½ litro. Figuriamoci il malcontento !

E da qui nasce la storia della testina al civico 34 . Se passate di lì fateci caso !😀

( post dedicato a Maurizio Carvigno e Anselmo Pagani amanti come me di Papa Sisto V)