La storia conflitto fraterno.

La storia conflitto fraterno.

Il mio lunedìtraverso sul Secolo XIX. Questa settimana, per una volta, sono serio.

Seduti davanti al fuoco

Dopo molti anni Caino e Abele si incontrarono nel deserto, sedettero a terra, accesero un fuoco e mangiarono. "Tu mi hai ucciso, o io ho ucciso te? Non ricordo più" disse Abele a Caino. "Ora so che mi hai perdonato davvero - rispose Caino al fratello - anche io cercherò di dimenticare". La scena da brividi scritta da Jorge Luis Borges mi è tornata in mente questa settimana, quando è stato annunciato l'ordine di cattura per Vladimir Putin emesso dalla Corte Penale dell'Aia. Sono solo un piccolo uomo della strada ma mi sembra la mossa peggiore da fare, una mossa che esaspera il conflitto e allontana ogni spiraglio di pace. L'Occidente sembra convinto che la pace si faccia sconfiggendo il nemico, spazzandolo via, imponendogli una serie di condizioni. Ma quella si chiama, piuttosto, resa. E rischia di riaccendere il conflitto alla prima occasione. Fare la pace è difficile proprio perché occorre riconoscere le ragioni dell'altro, anche se non le capiamo, e i propri torti, anche se non li vediamo. Caino è l'aggressore e Abele l'aggredito, lo sappiamo, ma forse la realtà non è così lineare, forse il fratello accumula risentimento verso l'altro fratello perché non è stato trattato con giustizia dal Padre. E la giustizia prevede che la legge sia uguale per tutti. Quando il tribunale dell'Aia chiamerà a rispondere delle loro colpe anche i vincitori, magari occidentali, che in tanti Paesi hanno fatto un deserto e lo chiamano pace, potremo forse sederci davanti al fuoco e tornare fratelli.

Claudio Paglieri

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